Corriere della sera 4 ottobre 2020 (modifica il 4 ottobre 2020 | 22:12)
Coronavirus, morto lo stilista Kenzo: aveva 81 anni
Kenzo è stato il primo stilista giapponese a stabilirsi a Parigi, dove ha sviluppato tutta la sua carriera raggiungendo la fama internazionale
パリで成功した最初の日本人スタイリストの高田賢三がパリの病院でコロナにより81才で亡くなった。ファッションウィークで賑わうパリの業界を震わせた。
Lo stilista giapponese Kenzo Takada è morto all'età di 81 anni a causa del coronavirus, all’ospedale americano di Neuilly-sur-Seine, a Parigi dove era ricoverato da giorni. La notizia ha scosso il mondo della moda che proprio in questi giorni è nella capitale francese per la fashion week. Kenzo, che comunque aveva lasciato le passerelle nel 1999 (ora la maison è del gruppo Lvmh) continuava ad essere un punto di riferimento per quello che dagli anni Settanta e sino al suo ritiro aveva raccontato con il suo stile, colorato e originale, frutto dalla sua sconfinata cultura e curiosità. «Mi fa piacere che dicano che ho influenzato le persone, ma in realtà sono io ad essere influenzato da loro. Il mondo in cui vivo è la mia influenza». Diceva sempre a chi gli rendeva il merito: dal power flower, all’animalier, ai colori sgargianti, queste le sue firme negli anni.
A Parigi negli Anni 60
Nato a Himeji nella prefettura giapponese di Hyogo il 23 febbraio del 1939, quinto di sette figli, sin da bambino non nasconde la sua passione per la moda e per gli abiti. Ma i suoi genitori non gli permettono di assecondare la sua creatività. Sceglie di studiare letteratura inglese. Ma a vent’anni prende la sua strada e parte per Tokyo, si iscrive a una scuola di moda. Tempo sei anni e nel 1965 vola Parigi. Come non farsi coinvolgere da quel clima in divenire: fra le eleganze di Dior e Chanel e i modernismi di un Cardin o un Rabanne. Sfilate e sogni e tante cose da dire. «La moda è come il cibo, l’importante è non soffermarsi mai sullo stesso menù».
La sua irresistibile energia
Nel 1970 apre la sua prima boutique: Jungle Jap nella bohemienne Galérie Vivienne. E il nome la dice lunga su quello che Kenzo Takanda racconta ai parigini: storie di jungle e animali e fiori, che ricordano l’Oriente da cui lui arriva. Abiti di maglia e tessuti stampati e disegni energizzanti e ironici. In un mix&match fra questo e quel mondo, più vicino allo street che alla couture. Forme in divenire, sempre. Piuttosto coulisse nascoste a creare silhouette all’occorrenza. Sono gli anni Settanta e Ottanta e le copertine delle più importanti riviste di moda lo seguono. Arriveranno i profumi e molte altre licenze. Lui, comunque schivo e riservato come quasi tutti gli stilisti giapponesi, continua, malgrado il successo a coltivare la sua curiosità. E disegna abiti per il teatro, per il cinema. Dopo il suo ritiro si occupa delle sue meravigliose case e comincia ad occuparsi di interni, arredamento, portando il suo mondo, come Takada, anche lì. Kenzo resterà fra i brand di punta del gruppo Lvmh prima con l’italiano Antonio Marras, poi con il duo Humberto Leon e Carol Lim e ora con Felipe Oliveira Baptista. Lo stilista giapponese, come tanti dopo il ritiro, raramente si è seduto in prima fila alle sfilate dei suoi successori. Ma tutti hanno voluto incontrarlo per respirare un po’ della sua inesauribile energia e gentilezza percepite anche semplicemente dal suo sempre incredibile sorriso.
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